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Questo libro raccoglie una serie di saggi sulla postproduzione intesa sia quale condizione che connota oggi i territori europei – dopo il fordismo e il post-fordismo si assiste alla “rinuncia” a produrre prodotti concreti –, sia quale atteggiamento progettuale – realizzare non è più sufficiente e non è più centrale servono interventi altri, altre sovrascritture. Come nella prassi cinematografica, raramente la presa diretta esaurisce il momento di formalizzazione di un film: è necessario applicare un complesso di operazioni – raccolte appunto nel termine “postproduzione” – quali il doppiaggio, il montaggio, il missaggio che seguono la fase delle riprese e precedono la commercializzazione. Importare il termine “postproduzione” nel dizionario architettonico e urbanistico implica rivedere il processo progettuale alla luce di una sua estensione o di una rinnovata attenzione a tutto il suo arco di sviluppo. Questa raccolta di testi rappresenta la terza tappa di un percorso di ricerca avviato con la pubblicazione del volume Nello spessore. Traiettorie e stanze dentro la città e successivamente articolato nel libro Alter-azioni. Note oltre la realtà. Con questo terzo approfondimento su La città della post-produzione si chiude un ipotetico trittico dedicato all’architettura del progetto contemporaneo.
[Italiano]: In un momento così significativo per la storia europea e mondiale, questo volume vuole essere la raccolta di riflessioni scientifiche condotte sui rapporti tra le scelte politiche, le azioni militari e la fisionomia delle città e del paesaggio urbano, sull’evoluzione delle strutture e delle tecniche di difesa, sulla rappresentazione della guerra e dei suoi effetti sull’immagine urbana, sul recupero delle tracce della memoria cittadina. Da una parte il campo delle Digital Humanities apre nuove prospettive per studiare l'immagine della città prima, durante e dopo la guerra, dall’altro le tecnologie digitali impegnano studiosi e ricercatori di varie discipline: in particolare nell’ambito del disegno viene esplorato il ruolo della rappresentazione nella formulazione dei progetti urbani di difesa e nella documentazione degli eventi bellici e delle tracce lasciate dai conflitti, mentre nell’ambito del restauro vengono approfondite le sfide teoriche e pratiche imposte dai danni arrecati dai conflitti ai centri storici, passando in rassegna casi studio, soluzioni e dibattiti relativi alla conservazione del patrimonio urbano coinvolto in azioni di guerra, con un'attenzione particolare all'identità e alla memoria collettiva./[English]: At such a significant moment in European and world history, this volume aims to be a collection of scientific reflections about the relationships between political choices, military actions and the physiognomy of cities and the urban landscape, about the evolution of defence structures and techniques, about the representation of war and its effects on the urban image, and about the recovery of the traces of city memory. On the one hand the field of Digital Humanities opens up new perspectives to study the image of the city before, during and after the war, on the other hand digital technologies engage academics and researchers from various disciplines: In particular, in the area of drawing, the role of representation in the formulation of urban defence projects and in the documentation of wartime events and the traces left behind by conflicts is explored, while in the area of conservation, the theoretical and practical challenges imposed by the damage caused by conflicts to historic centres are explored, reviewing case studies, solutions and debates relating to the conservation of urban heritage involved in wartime actions, with a focus on identity and collective memory.
The essays collected in this book adopt different disciplinary approaches to point out the forms of citizens’ participation developed in the field of contemporary public art and urban design. From Sardinia to Queensland, New York to Bologna, Hasselt and Genk to L’Aquila, Rio de Janeiro to Utrecht, these essays analyze a variety of projects that deal with political confl icts of the societal life in the urban spaces, such as environmental risks and immigrant populations; propose diverse forms of citizens’ participation in the representations of marginalized interests, values, problems, and needs; offer to citizens and policy-makers new ways of thinking about territory renewal; and aim to reorient the decisions taken in the fi eld of institutionalized politics, either denouncing territory governance or supporting its improvement.
Il volume 30 di «Archeologia e Calcolatori» si apre con un inserto speciale, dedicato al trentennale della rivista. Alle introduzioni di F. Djindjian e di P. Moscati, che delineano un quadro dell’informatica archeologica nel suo divenire, seguono gli articoli dei membri del Comitato di Redazione, a testimoniare l’attività di ricerca e di sperimentazione che ha caratterizzato il cammino editoriale della rivista, e il contributo di una giovane laureata dell’Università Bocconi, che ha lavorato a stretto contatto con il team di «Archeologia e Calcolatori». Nella parte centrale sono pubblicati gli articoli proposti annualmente dagli autori. Ne emerge un quadro che rappresenta gli aspetti applicativi più qualificanti dell’informatica archeologica (le banche dati, i GIS, le analisi statistiche, i sistemi multimediali), ma che guarda oggi con sempre maggiore interesse agli strumenti di visualizzazione scientifica e di comunicazione delle conoscenze. Il volume si chiude con gli Atti del XII Workshop ArcheoFOSS (Free, Libre and Open Source Software e Open Format nei processi di ricerca archeologica), un’iniziativa lodevole, nata nel 2006, cui si è più volte dato spazio nelle pagine della rivista.
Il volume propone progetti innovativi, ma realizzabili per Roma e offre un contributo al dibattito architettonico e urbanistico della città. Il ruolo della società delle informazioni nel contesto delle città contemporanea è affrontato insieme a trenta progetti raggruppati attorno a dieci temi forti: le infrastrutture, le nuove istituzioni, la storia, le nuove marginalità, l'ambiente, l'informazione e l'elettronica, lo studio, lo sport e gli spazi ludici, le arti e il cinema, il brand. Sfogliando il libro, il lettore si troverà immerso in un mondo nuovo, stimolante e del tutto possibile: anzi, alcuni dei progetti qui proposti, stanno già vedendo la luce. Oltre a Saggio il libro si deve gli architetti Mammucari, Mastroianni, Mazza e Principia.