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Per i trasporti, governare e regolare i mercati che non funzionano, non pianificare inutili e costose infrastrutture: questa potrebbe essere la sintesi del libro. Il settore infatti non presenta maggiori problemi di scarsità fisica di infrastrutture, che è il “leitmotiv” di tutti i piani di trasporto: più strade, più ferrovie, più aeroporti, più tutto, e soprattutto più soldi. Ma la popolazione decresce, soprattutto al sud, e i sistemi soffrono di cattiva manutenzione (si pensi al crollo del ponte Morandi) e di una “governance” del tutto inadeguata. La “governance”, cioè l’assetto proprietario e funzionale che è alla base di mercati efficienti, viene logicamente a monte della regolazione, che dovrà poi controllare che i mercati politicamente decisi, poi funzionino decentemente. Perché avere un colosso ferroviario pubblico per i servizi, se è verificato, anche in Italia, che questi funzionano meglio in concorrenza? Al contrario, perché privatizzare le infrastrutture autostradali, noti monopoli naturali come tutte le infrastrutture? Le ragioni ci sono, e molto chiare: per mantenere alcuni settori ci vogliono fiumi di risorse pubbliche, altri al contrario queste risorse le generano, e le si spartiscono con i privati. Ma la soluzione non è certo prendere atto di queste situazioni, ma fare bene i conti, e decidere poi riforme che prescindano dal conservare ad ogni costo l’esistente. Con una modesta dose di innovazioni gestionali, si aprono praterie per far funzionare meglio un sistema palesemente ingessato dagli interessi costituiti. Marco Ponti (1941) si è laureato al Politecnico di Milano, dove è stato ordinario di Economia. Ha studiato anche negli USA, ed ha lavorato nel settore dei trasporti per 13 anni in 17 paesi. È stato consulente della Banca Mondiale, della Commissione Europea, dell’OCSE, e in Italia di sei ministri dei trasporti, dell’Autorità per la Regolazione dei Trasporti, di FSI e di Confindustria. È stato nel CdA di società pubbliche e private del settore. Ha insegnato alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione. È responsabile di BRT, trust non-profit che si occupa di ricerca economica nei trasporti. È autore di numerosi libri e pubblicazioni, in italiano ed in inglese.
La regolazione dei trasporti nel quadro europeo ha sperimentato sostanziali cambiamenti negli ultimi decenni. Questo ambito include segmenti diversi che sono stati interessati da processi di liberalizzazione supportati dalla creazione di Autorità di regolazione anche se di diversa configurazione e con competenze differenziate.I vari settori che compongono la galassia dei trasporti hanno una caratteristica comune, cioè essere industrie di rete. Come nel caso delle altre industrie di rete le trasformazioni dell’assetto regolatorio e della governance nei diversi stati dell’Unione Europea sono state il prodotto di costanti iniziative comunitarie tra cui le numerose direttive settoriali e i copiosi documenti generali prodotti dalla Commissione Europea fino al recente Libro bianco del 2011.Il volume non intende solo fare il punto sui concreti effetti competitivi della regolazione messa in atto nei vari settori del sistema trasporti dalle istituzione dell’Unione Europea e degli stati membri ma anche verificare l’effettivo percorso verso l’obiettivo da tutti auspicato di sostenibilità in termini ambientali, sociali ed economici.Inoltre vuole suggerire che il soddisfacimento della domanda di mobilità – in quanto soddisfacimento di una fondamentale libertà dei cittadini e delle imprese europee – richiede una politica dell’offerta di trasporto organizzata secondo il principio della multimodalità .
Trasporti (Sintesi della legislazione dell'UE) 2018 La politica dei trasporti dell'Unione europea (UE) mira a garantire una circolazione, efficiente, sicura e libera delle persone e delle merci in tutta l'UE, tramite una rete integrata che sfrutta tutte le modalità di trasporto (su strada, ferroviario, per via navigabile e aereo). La politica dell'UE affronta anche temi di ampia portata quali il cambiamento climatico, i diritti dei passeggeri, i combustibili puliti e la riduzione degli oneri burocratici doganali presso i porti. Disciplinata dal titolo VI (articoli da 90 a 100) del trattato sul funzionamento dell'UE, la politica dei trasporti è una delle politiche comuni più strategiche dell'Unione. Le futura politica si baserà in gran parte su un libro bianco del 2011, il quale comprende 40 iniziative progettate per generare crescita e occupazione, ridurre la dipendenza dalle importazioni di petrolio e ridurre le emissioni di carbonio del settore del 60% entro il 2050.