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Il volume è dedicato alla Light Art, la corrente dell'arte contemporanea che utilizza la luce artificiale come strumento espressivo primario. Nella prima sezione un saggio introduttivo di Amnon Barzel evidenzia come uno studio praticamente ininterrotto sulle valenze cromatiche della luce abbia accompagnato la storia dell'arte dalla sua nascita fino agli sviluppi più recenti. Seguono un testo di Paolo Targetti sul ruolo fondamentale che il rapporto tra arte e industria gioca nell'ambito dell'arte contemporanea e un'intervista di Consuelo de Gara a James Turrell. La seconda sezione è invece dedicata alla Targetti Light Art Collection, una delle più prestigiose collezioni al mondo dedicate alla luce artificiale. Annotation Supplied by Informazioni Editoriali
Enrico Corte (1963) vive e lavora a New York e Roma. Adotta fin dal suo esordio un ruolo antinomico rispetto alle modalità abituali del fare arte, scegliendo di mostrare &"ciò che non si vuol vedere&", il lato oscuro della creatività che spesso confina col suo opposto, ossia con l&'autodistruzione. Corte si colloca lontano sia dal gusto tipicamente italiano per la &"leggerezza&" sia dalla ricerca dello scandalo a tutti i costi, trovando invece inedite forme di bellezza plastica, fatali fascinazioni di fronte all&'Ignoto. Capovolgendo le regole stabilite del mercato dell&'arte, che vorrebbero l&'artista specializzato in un singolo &"segno&" riconoscibile nel tempo, Corte è intervenuto direttamente nel sociale tramite una moltiplicazione di stili, tecniche e soluzioni estetiche sufficienti per attrarre l&'attenzione del suo pubblico e condurlo nei territori del turbamento e vertigine. I temi del pieno e del vuoto, e dell&'equilibrio delle forme - tipici dell&'arte scultorea classica - subiscono nuove metamorfosi e divengono metafore tragicomiche di un malessere sociale. In questa monografia su Corte, un saggio critico di Gianluca Marziani analizza una selezione di opere secondo un&'ottica &"spettrospettiva&" che annulla i concetti tradizionali di Evoluzione e Maturità. Attraverso questa interpretazione, il lavoro di Corte si colloca in una dimensione neurale, imitando lo sviluppo labirintico che regola il macrocosmo dei più oscuri ed inquietanti processi cerebrali.
Sono Sergio Rapetti, pittore, scultore, anche un poco poeta, lo scopo di questa mia monografia e semplicemente quello di far conoscere la mia arte piu che trentennale e cio che rappresenta, iniziando dalle opere piu significative con allegato l'importantissimo significato filosofico rivolto a portare avanti la cultura del bene, per quanto nel mio piccolo mi e possibile fare, ritenendomi una goccia, spero insieme a sempre piu tantissime altre gocce in questo mare del mondo dove pare che l'unico spazio lasciato alla nostra mente sia quello dell'egoismo insaziabile. In questa monografia a colori "con copertina cartonata rigida 20,3x25,4 di 168 pagine in carta patinata opaca da 150g.," si trovano gli scritti in italiano e inglese del'introduzione, curriculum con breve biografia, poesie e critiche d'arte; articoli di giornale che riguardano le premiazioni e 108 pagine di fotografie a colori di: dipinti, sculture, cataloghi d'arte, riconoscimenti, attestati, premi ricevuti e lettere di congratulazioni dei sindaci della Citta di Acqui Terme. Spero che tu lettore la trovi interessante, come spero di vedere in te un'altra goccia. Buona lettura e visione."
La pubblicazione, realizzata con la collaborazione dell'Archivio Mambor, ripercorre le tappe della ricerca di Renato Mambor (1936-2014), artista tra i principali protagonisti del rinnovamento delle arti visive in Italia a partire dalla fine degli anni '50. Tra le più complesse e poliedriche voci del secondo Novecento, la sua opera si colloca in un territorio di confine tra le arti visive e performative, aperta a un rapporto metalinguistico tra l'oggetto, la parola e l'osservatore. Il volume propone uno sguardo approfondito sulla ricerca sperimentale di Mambor nel suo complesso, partendo dalle prime opere, passando alle performance e all'attività teatrale, sino al ritorno alla pittura dagli anni '90. Oltre a una nutrita raccolta di foto di opere e una ricca selezione di immagini di repertorio e testi dell'artista, il volume presenta contributi inediti di Federico Sardella e Sara Uboldi che affrontano il tema della commistione tra pittura, teatro e fotografia e propongono un'esplorazione sul rapporto oggetto-opera-sguardo e sulle performance dell'artista, anche alla luce della recente teoria neuroscientifica dell'Embodiment.