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Il confine orientale può essere considerato come uno spazio in cui per secoli si sono intrecciate e sovrapposte molteplici frontiere, di natura politica, culturale, religiosa e infine nazionale. Un luogo non solo fisico, in quanto parte dell’Adriatico e in sostanza limine fra la penisola italiana e quella balcanica, ma anche cesura tra l’Europa occidentale e quella orientale in senso generico. Proprio in quanto superficie di rottura, il confine orientale rimane certamente un nodo caratteristico nella storia d’Italia. Collocato geograficamente dalle sponde del fiume Isonzo alla displuviale alpina orientale, racchiude il Carso (triestino e goriziano) e la penisola istriana sino a Fiume e al litorale dalmata con i suoi arcipelaghi di isole fino a Cattaro. In esatta sintonia con i numerosi contrasti confinari avvenuti in Europa fra la seconda metà del XIX secolo e la prima del XX, la storia del confine orientale italiano perdura come tentativo emblematico di fissare all’interno di una regione multiforme ed eterogenea per vicende e popoli una frontiera egemonica. Limite mutevole perché sempre fissato su termini ideologici e proprio per questo di perpetua ardua demarcazione. Nel più generale panorama storiografico sulla questione, il volume intende porsi quale strumento accessibile anche a un pubblico non specialistico interessato alle tematiche istriano-dalmate. Dalla pace di Campoformio ai fermenti irredentisti di fine Ottocento, dalle rivendicazioni seguite alla Grande guerra sino alla politica fascista e all’esodo giuliano, il saggio approfondisce lo scenario diplomatico internazionale con le sue implicazioni - prima e dopo - la Seconda guerra mondiale per seguire (grazie a una ricca messe di riferimenti bibliografici italiani e stranieri) l’evolversi delle contese per la definizione confinaria. L’autore considera i molti aspetti endogeni ed esogeni in costante azione nell’area considerata, giungendo all’epoca più recente, dopo la crisi della Jugoslavia, ed esaminando i rapporti con l’Unione europea, la cooperazione interstatale e la politica culturale in atto fra Italia, Slovenia e Croazia.
What is Eastern Europe and why is it so culturally and politically separate from the rest of Europe? In Long Awaited West, Stefano Bottoni considers what binds these countries together in an increasingly globalized world. Focusing on economic and social policies, Bottoni explores how Eastern Europe developed and, more importantly, why it remains so distant from the rest of the continent. He argues that this distance arises in part from psychological divides which have only deepened since the global economic crisis of 2008, and provides new insight into Eastern Europe's significance as it finds itself located - both politically and geographically - between a distracted European Union and Russia's increased aggressions.
2016 International Charter on Geographical Education Joop van der Schee Sustainability and Geography EducationGuy Mercier Le répertoire sémantique du mot paysageTu Lan, Christian Sellar, Shuang Cheng The transnational investment promotion community between Italy and China: an example of post Washington consensus neoliberalismTimothy Tambassi Rethinking Geo-Ontologies from a Philosophical Point of View Katie Oost, Bregje de Vries, Joop van der Schee Preparing and debriefing geography fieldwork: a scenario for open classroom dialogue around a core curriculumFerrara Graziella, Francisco EbelingBarros Technology clusters: A cross-national analysis of geographical differences THE LANGUAGE OF IMAGES (Edited by Elisa Bignante and Marco Maggioli) Matteo Puttilli, Raffaele Cattedra, M’Hammed Idrissi Janati, Rosi Giua geographies of everyday life. Methodological notes from a project of p hotographic storytelling in Fez MAPPING SOCIETIES (Edited by Edoardo Boria) Sara Luchetta Teaching geography with literary mapping: A didactic experiment GEOGRAPHICAL NOTES AND (PRACTICAL) CONSIDERATIONS Monica De Filpo “Defend this little planet called Earth. Human rights and environmental safeguard”, Adolfo Pérez Esquivel. Rome, 6th June 2016 REFERRED PAPERS FOR REMOTE SENSING (Edited by Alberto Baroni and Maurizio Fea) Maurizio Fea, Gino De Vecchis, Cristiano Pesaresi Remote sensing and interdisciplinary approach for studying Dubai’s urban context and development
Visualizing Venice presents the ways in which the use of innovative technology can provide new and fascinating stories about places and times within history. Written by those behind the Visualizing Venice project, this book explores the variety of disciplines and analytical methods generated by technologies such as 3D images and interoperable models, GIS mapping and historical cartography, databases, video animations, and applications for mobile devices and the web. The volume is one of the first collections of essays to integrate the theory and practice of visualization technologies with art, architectural, and urban history. The chapters demonstrate how new methodologies generated by technology can change and inform the way historians think and work, and the potential that such methods have to revolutionize research, teaching, and public-facing communication. With over 30 images to support and illustrate the project’s work, Visualizing Venice is ideal for academics, and postgraduates of digital history, digital humanities, and early modern Italy.
Se l’Informe è un carattere della nostra epoca, è indispensabile ripensare gli strumenti con cui descriviamo e trasformiamo la realtà. Come potrebbero mutare i nostri paradigmi se assumessimo l’Informe come strumento critico? Il ruolo operativo dell’Informe, proposto da Georges Bataille, permette di dare senso a molte pratiche di trasformazione del mondo. “Assemblaggi” è costruito come un montaggio di testi su autori di diverse epoche. La descrizione e il commento delineano un percorso che indaga la potenza plastica e critica dell’Informe come apertura all’indeterminato. L’idea di un’Architettura geologica interroga le pieghe della Terra e dispiega una pratica del “maifinito” come nodo di congiunzione tra tempi e mondi diversi. Mettere in forma la tensione tra le cose costituisce il compito di un’Architettura terrestre per immaginare nuove alleanze capaci di generare futuri.
Giuseppe Tartini è un giovane violinista che come tanti, per realizzare i propri sogni, è posto davanti al dilemma se seguire la via più giusta per raggiungerli o affidarsi a percorsi più rapidi, ma oscuri. All'inizio del XVIII secolo egli si impossessa, con l'inganno, di alcuni spartiti musicali, dando così inizio ad una vita di grandi successi, ma travagliata. L'intelligenza e l'intraprendenza gli consentiranno di progredire negli studi della più varia natura, tra cui la Magia e la Teurgia, e quindi di scoprire il segreto per non morire. Molti anni dopo, la vita del conte decaduto, Andrè D'Aguilles, attento studioso di antropologia del Sud-est europeo, viene sconvolta dalle Guerre Napoleoniche. Audace ufficiale di cavalleria verrà involontariamente risucchiato nella terribile Crisi di Vampirismo che sconvolgeva l'area carpato-balcanico-danubiana. Fra Moravia, Regno d'Ungheria e Balkan selvaggio, fra indovinelli, saggi ebrei sefarditi, duelli, dolore, morte, sangue e folklore si sviluppa la caccia al misterioso Signore dei Vampiri. Tartini, Paganini e Andrè simboleggiano il Male e il Bene, e le scelte che fin da giovani si è chiamati a fare.
Proceedings from an ICREA/ESF Exploratory Workshop on the subject of late Roman fine wares, held in Barcelona (2008), the main aim being the clarification of problems regarding the typology and chronology of the three principal table wares found in Mediterranean contexts (African Red Slip Ware, Late Roman C and Late Roman D).