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Questo è un libro destinato agli studenti di architettura, a tutti coloro che scelgono di provare ad imparare il difficile mestiere di architetto. Non è un insieme di saggi, né la trascrizione di lezioni di architettura. I saggi o i testi scientifici sono sempre scritti con un linguaggio asettico e sono pensati secondo modalità comunicative che spesso risultano distaccate, se non addirittura noiose. Non sono neanche lezioni di architettura che invece devono essere “in diretta”, adeguarsi agli uditori, al momento, alla temperatura che c'è in aula, come al rumore di fondo di chi borbotta annoiato. Allora cos’è? E' un libro scritto come frammenti o appunti di lettere, da un io che scrive a un tu che legge. È quindi un testo concepito come una conversazione con un vero interlocutore, "uno studente di architettura", in una condizione non formale in cui parlare liberamente, fuori dalle aule, mescolando il personale con il soggettivo, gli studi con i sogni, le memorie con le cose perdute per strada, in una condizione spontanea in cui riuscire a dire la propria verità.
L'idea costruita è il manifesto teorico di Alberto Campo Baeza; una raccolta di testi di varia provenienza che manifesta la chiarezza del suo pensiero e la straordinaria coerenza della sua opera. Concentrandosi sui fondamenti della disciplina (la luce, il confronto con la gravità, il valore delle idee, il flusso incessante della storia) l'autore redige un testo colto ma volontariamente antiaccademico, aperto alle suggestioni delle altre discipline artistiche ma con una evidente passione didattica. I testi sui grandi maestri dell'architettura spagnola (Fisac, De la Sota, Sáenz de Oíza, Coderch, Carvajal), mondiale (Mies van der Rohe, Utzon), o sui colleghi della scena internazionale (Ando, Chipperfield, llinás, Vicens e Ramos) mettono in luce il suo percorso culturale e la sua idea di architettura, basata sul suo rigoroso «más con menos». «La storia dell'architettura, lungi dall'essere solo una storia delle forme, è fondamentalmente una storia delle idee costruite. Le forme si disgregano col tempo ma le idee rimangono, sono eterne». «Un'architettura che ha nell'idea la sua origine, nella luce il suo primo materiale, nello spazio essenziale la volontà di ottenere il più con meno».
Shows how the aesthetic views of Plotinus and later Neoplatonists have played a role in the history of Western art.
Se l’Informe è un carattere della nostra epoca, è indispensabile ripensare gli strumenti con cui descriviamo e trasformiamo la realtà. Come potrebbero mutare i nostri paradigmi se assumessimo l’Informe come strumento critico? Il ruolo operativo dell’Informe, proposto da Georges Bataille, permette di dare senso a molte pratiche di trasformazione del mondo. “Assemblaggi” è costruito come un montaggio di testi su autori di diverse epoche. La descrizione e il commento delineano un percorso che indaga la potenza plastica e critica dell’Informe come apertura all’indeterminato. L’idea di un’Architettura geologica interroga le pieghe della Terra e dispiega una pratica del “maifinito” come nodo di congiunzione tra tempi e mondi diversi. Mettere in forma la tensione tra le cose costituisce il compito di un’Architettura terrestre per immaginare nuove alleanze capaci di generare futuri.
Studie over het werk van de Italiaanse architect (1888-1916).
This book gathers peer-reviewed papers presented at the 1st International and Interdisciplinary Conference on Image and Imagination (IMG 2019), held in Alghero, Italy, in July 2019. Highlighting interdisciplinary and multi-disciplinary research concerning graphics science and education, the papers address theoretical research as well as applications, including education, in several fields of science, technology and art. Mainly focusing on graphics for communication, visualization, description and storytelling, and for learning and thought construction, the book provides architects, engineers, computer scientists, and designers with the latest advances in the field, particularly in the context of science, arts and education.
This volume represents the first scholarly work in English devoted to the experience of Italian architects and builders in Turkey, as well as in many of the lands once belonging to the Ottoman Empire. Covering a complex cultural and political geography spanning from the Danubian principalities (today’s Romania) to Anatolia and the Aegean region, the book is the result of individual research experiences that were brought together and debated in an international conference in Istanbul in March 2013, organized in collaboration with the Italian Institute of Culture and Boğaziçi University. Grounded on a flexible notion of identitarian boundaries, the book explores a rich transcultural field of encounters and interactions, analyzed and evaluated by scholars from six different countries on the basis of hitherto uncovered archival materials. Forms, ideas, individual mobility of actors and materials, networks of patronage, material and political constraints, and religious and cultural difference all play a significant role in shaping the landscapes, buildings and architectural projects presented and discussed here. From late 18th and early 19th century experiences of interaction between neo-classical backgrounds and westernizing Ottoman forms to the Italian proposals for a Turkish republican iconic landmark like the Ataturk mausoleum in Ankara; from the design of the first Ottoman university building to Ottoman varieties of Art Nouveau and Art Deco, and to the infrastructures and urban developments of the 1950s in Turkey, the book is both a richly illustrated and documented overview of relevant cases, and a critical introduction to one of the most enticing areas of encounter in the global history of 19th and 20th century architecture and design.